domenica 18 ottobre 2009

Galleria Parmeggiani - Reggio Emilia


Situata proprio di fronte al Teatro Ariosto, nel cuore di Reggio Emilia, la Galleria Parmeggiani si presenta come una raccolta e ricca collezione di pezzi ottocenteschi rari e prestigiosi, appartenuti a Luigi Parmeggiani. Numerosi i parcheggi per auto della zona, e anche le navette dalla stazione per arrivarci. 

Reggiano di nascita, dopo l'attentato a Cerretti e Prampolini, si dedicò all'arte e all'antiquariato francesi, ma anche spagnoli, in concomitanza alla relazione con Anna Detti, figlia del pittore Cesare Detti.

Negli anni parigini, Parmiggiani (è questo il suo vero nome) frequentò diversi pittori e artisti spagnoli, tra cui Ecosura, allora anche mercante d'arte. Un modo forse per sfuggire alla spiacevole vicenda dell'attentato ai due deputati socialisti. Da quel momento si farà chiamare Louis Marcy, e aiuterà il suo amico nel commercio di pezzi artistici di livello. 

Nel 1924 Parmeggiani torna a Reggio Emilia, dove fonda la Galleria Parmeggiani, successivamente acquistata dal Comune della città. 

Pareti arancioni e colori vivi contornano le opere e le sale della Galleria, devo dire particolare. Una ragazza gentile ma frettolosa mi rifila il biglietto omaggio..la prima sala è quella delle armi. I pezzi sono parecchi, tutti risalenti al 1800, tra spade, elmi, fucili, ferri, fiaschi, utensili di guerra. La sala è molto buia, anche se illuminata l'ho trovata poco risaltata, inoltre le descrizioni dei pezzi sono quasi inesistenti.
Da lì uno stretto corridoio porta alla sala centrale. Tutto intorno vetrine con abiti dell'epoca, francesi soprattutto, ma anche qualche pezzo spagnolo..donne, uomini e bambini..scarpe molto piccole e perfino un body da bambina. 
La sala principale, da cui si snodano tutte le altre, era allestita per una conferenza. Quindi impraticabile nel mezzo, in cui erano rivolte le opere, che ho purtroppo visto soltanto da dietro. Tutte in vetrina, tranne i quadri, molti di essi senza il vetro di protezione e diverse luci al neon sparate sopra. 
In questa sala vi sono gioielli, dipinti ma anche busti reliquiari, un grosso camino, diverse vetrine con oggetti di vario genere (riproduzioni di piccoli strumenti musicali in madreperla molto carini), e perfino un'arpa originale, appartenuta a Maria Antonietta
La Sala Spagnola, molto caratteristica, presenta diversi arredi lignei, alcuni veramente interessanti, ma posso capire che se non si ama il genere possa risultare una sala che colpisce meno. La sala è comunque molto calda, i colori sono accoglienti, proprio Romantic Interiors.

La sala principale presenta anche diversi dipinti, detti "antichi". Alcuni sono su tela, altri su legno, e alcuni pezzi sono veramente splendidi. Le raccolte sono inglesi, fiamminghe, francesi e spagnole. Da notare il Trittico, opera sacra della scuola bruggese, il Trionfo, di Ser Giovanni detto lo Scheggia, la Gara di Apollo del Tan del Tarchiani, e naturalmente un dipinto di El Greco, che spicca al centro della sala su un cavalletto: il Salvatore Benedicente

Due sale ospitano i dipinti di Escosura. Molti sono gli episodi storici dei Secoli XVII e XVIII rappresentati, ma viva è l'attenzione per personaggi storici e più ancora per i loro particolari. Una parrucca, un merletto, o anche gli strumenti musicali (che sono presenti in quasi tutti i quadri), seppur di minore importanza, vengono risaltati da pennellate lucenti e spesso colorate. Spiccano anche i momenti quotidiani, di relax, di svago, ma anche di lettura e d'animazione casalinga. Molto carino il dipinto di una bambina piccola che viene vestita, pettinata e lavata, l'espressione è colta risaltando il tutto e dandone una luce splendente. 

Un'intera sala è dedicata ai quadri di Cesare Detti. Noto pittore italiano, anche lui passa da Parigi e cresce a stretto contatto con Giovanni Boldini. Cesare Detti era il padre della moglie di Parmeggiani, e i suoi lavori sono molto interessanti. Credo che questa sia, dopo il salone centrale, la stanza più bella e significativa. I dipinti sono spesso grandi e raffigurano quasi sempre donne, sorridenti, con espressioni diverse, quasi a grandezza naturale, che suonano, che giocano, che scherzano, che si mettono in posa. I suoi quadri, anche quando rappresentano i particolari, sono trattati con colori di madreperla, molto brillanti (soprattutto l'azzurro), così anche le piccole cose vengono risaltate e colpiscono l'occhio anche più disattento. Devo dire piacevoli e raffinati. 

Sicuramente da vedere, la Galleria mi è senz'altro piaciuta, anche se ho trovato le descrizioni delle varie sale scarse. L'illuminazione era poi alquanto criticabile, molti dipinti erano scarsamente illuminati, ma a ragione per preservarli, ma le luci potevano anche essere meglio posizionate, in modo da poter vedere di più alcuni quadri che restano quasi nell'ombra (soprattutto i fiamminghi dai colori scuri). Altri quadri avevano invece il neon sparato addosso, certo si vedevano molto bene ma..insomma ho trovato diverse discrepanze e sicuramente non mi è sembrata una collezione risaltata, anzi. Questo forse può scoraggiare i non troppo appassionati d'arte che potrebbero trovare la Galleria difficile da capire e di conseguenza noiosa.