venerdì 3 giugno 2011

Palazzo Te - Mantova

Palazzo Te è uno splendido edificio di Mantova risalente al 1500. Si trova in una zona leggermente distaccata dal centro città, ma vi suggerisco di visitarlo perché ne vale davvero la pena. Il palazzo sorge in quella parte di Mantova che anticamente era occupata da un'isola chiamata Teieto (da qui il nome del palazzo), essendo circondata dal fiume Mincio che formava quattro piccoli laghi attorno ad essa. L'isola era verdeggiante e un piccolo paradiso, e la famiglia Gonzaga vi fece costruire una casa padronale e diverse stalle per ospitare i loro numerosi cavalli di razza. E' Federico II Gonzaga, figlio di Francesco II e Isabella d'Este, che dà il via alla trasformazione delle scuderie in un palazzo vero e proprio, adatto allo svago e all'ozio del principe, incaricando Giulio Romano, noto architetto dell'epoca.



L'edificio, oltre che luogo di ristoro e piacere, veniva anche usato per ricevere uomini illustri e organizzare feste e cerimonie importanti.

L'ingresso del palazzo è esattamente dalla parte opposta del grande cancello che vi trovate di fronte all'arrivo. Il palazzo già dall'esterno è particolare: gli spazi sono concentrati al piano terra, costruito leggermente rialzato per proteggerlo dal fiume. Imponente dunque, ma forse in larghezza, dà un grande senso di caloroso abbraccio, grazie alla sua forma dolce. 
Alla biglietteria potrete decidere se acquistare anche l'ingresso al Museo della Città, nel vicino palazzo San Sebastiano. Il prezzo non aumenta di molto e io consiglio di vederli entrambi, perché spesso i piccoli musei sono sottovalutati. 

Il palazzo è davvero grande e sono stata fortunata perché c'era pochissima gente e me lo sono goduto a fondo. Le stanze sono molto ben conservate e restaurate, alcune soltanto in parte o nei soffitti, altre invece presentano pitture su quasi tutti i muri.  I pavimenti non sono sempre originali e alcune sale sono coperte da tappeti moquette abbastanza antiestetici, che forse aiutano il percorso del visitatore ma che visivamente stonano forse un po'. Ogni ambiente è decorato a tema, e dopo le prime camere "introduttive" (camera di Ovidio, camera delle imprese, camera del sole e della luna), arriverete in una piccola loggia esterna, la loggia delle Muse. Qui si comincia già a sentire la bellezza dell'arte sulla pelle, un passaggio appena precedente alla meravigliosa Sala dei Cavalli, molto grande e anticamente usata per balli e feste ufficiali: spaziosa, quasi solenne, con dei bellissimi dipinti di cavalli a grandezza naturale, due di questi sopra le porte di passaggio. Questa sala è molto significativa e amorevole. I Gonzaga amavano moltissimo i loro cavalli che consideravano parte della famiglia, e i dipinti sono ritratti dei loro cavalli! Un cavallo delle scuderie veniva considerato il dono più pregiato che Federico potesse fare (come infatti fece a Giulio Romano e a Carlo V).
La Camera di Amore e Psiche è decisamente sontuosa. Completamente dipinta, anche in alto tra i cassettoni, presenta scene mitologiche dedicate all'Amore, il dio più potente esistente. Qui esplode la fantastica arte della mano di Giulio Romano, che personalmente preferisco più come pittore che come architetto. 
La Camera dei Venti è molto particolare. Dagli angoli spiccano delle unghie scultoree verso l'esterno, con al centro dei disegni che raffigurano il vento che soffia. La camera era rivestita d'oro, oggi ne rimane soltanto qualche sbiadito candore. Veniva usata per il riposo degli ospiti.
La Camera degli Stucchi è molto interessante. Appare bianca e raffinata e senza alcuna pittura. Il soffitto ad arco con cassettoni accompagnato da un pavimento di richiamo è veramente d'effetto.
La Camera degli Imperatori rappresenta, in uno sfondo giallo dorato, alcuni imperatori di spicco quali Alessandro Magno, Giulio Cesare, Augusto e Filippo di Macedonia. La stanza è dipinta con scene che mirano ad esaltare la virtù degli imperatori.
La Camera dei Giganti è forse la sala più bella e spettacolare del palazzo. Interamente dipinta, sembra quasi di entrare in una grande nuvola popolata di dei, che viene "spezzata" soltanto dalla luce proveniente dalle finestre. L'ambiente è buio, non illuminato e il dipinto si vede poco, ma l'emozione è tanta, perché la sensazione di essere avvolti dall'arte è stupefacente. Viene qui illustrata abilmente da Giulio Romano la scena della Caduta dei Giganti tratta dalle Metamorfosi di Ovidio. Anche il pavimento era a tema (oggi non più), arricchito da ciottoli di fiume che davano un senso di continuità lungo le pareti.
Dopo tre camerini di piccole dimensioni, meno decorati e con funzione di servizio, gli ambienti si fanno meno significativi, o comunque hanno suscitato in me meno interesse. La Camera delle Cariatidi e la Camera delle Vittorie hanno però dei bellissimi soffitti a cassettoni.
In ogni stanza è presente un depliant illustrativo con piccole nozioni descrittive, che ho però trovato ridotto, quindi mi è dispiaciuto informarmi dopo sulle caratteristiche salienti di Palazzo Te, e non nel momento (non ho scelto però la visita con guida). 
La visita prosegue all'esterno, dove si affaccia il giardino del palazzo, delimitato da due grandi vasche ai lati dell'edificio, anticamente popolate da numerosi pesci!
Si continua attraversando volte e pilastri, fino ad arrivare alla Grotta. Seguite i cartelli, io stavo quasi andando via senza vederla, pensando che le indicazioni fossero soltanto per il wc. L'ingresso è quello dell'Appartamento del Giardino Segreto, una graziosa stanzetta tutta decorata e colorata, in pianta ottagonale e pavimento di ciottoli di fiume. Si tratta di un luogo spirituale, voluto da Federico II, su imitazione del Giardino Segreto della madre Isabella presente a palazzo Ducale. Anche la Loggia che dà accesso alla Grotta è magnifica, con volta a botte e decorazioni su tutti i lati. Dal piccolo giardino si intravede una porta decorata a ricordare l'ingresso di una grotta. Una volta dentro forse rimane poco della struttura originale, ma anticamente era una vera e propria grotta costruita con giochi d'acqua e fontane, una cosa che andava molto di moda all'epoca medicea. L'ingresso ha tre gradini in discesa, che dovevano simboleggiare appunto la discesa verso la terra, e l'ambiente molto umido va guardato e pensato per quello che era: fontane, acqua e rumore a ricordare una vecchia grotta di rocce, decorata da conchiglie, madreperla, pietre colorate, ciottoli di fiume. 

Sono rimasta molto colpita da questo palazzo, che ho trovato veramente degno di nota. Quando si passa per Mantova ci si ferma sempre in centro, si passeggia e forse si pensa a visitare più palazzo Ducale e il castello. Fermatevi anche a palazzo Te, anzi, andateci proprio. Merita davvero.

Ingresso intero 8 euro, ridotto 5 o 2,5 a seconda della categoria. 
Ingresso intero con visita abbinata a palazzo San Sebastiano 9 euro, ridotto 6 o 3.

Orari di apertura: lunedì 13-18, martedì-domenica 9-18. Chiuso il 25 dicembre.

Sito internet


loggia delle Muse








appartamento del Giardino Segreto


ingresso alla Grotta