mercoledì 23 settembre 2009

Gustav Mahler Stube - Dobbiaco


  • La casa di Mahler, ovvero il Maso, si trova in zona Carbonin Vecchia a Dobbiaco. Arrivarci non è semplicissimo, ci vuole necessariamente un mezzo quale l'auto, ma se ci si attrezza in tempo anche con la bici o con una bella camminata ci si può arrivare.
    La casa si trova infatti al di sopra di una collina, la strada è stretta e sale verso l'alto. Noi siamo arrivati in auto, dal centro della cittadina non è troppo lontano.
    Il Maso ci appare inizialmente come un ristorante. Il parcheggio vero e proprio non c'è, ci sta solo qualche macchina, e tutto intorno ci sono prati e una grande vegetazione. Carbonin vecchia sorge in una collina, l'aria è fresca, si respira bene, ma fa ancora caldo. 
    Entriamo nel ristorante, il profumo di canederli è nell'aria, la visita si può effettuare soltanto dalle 11.00 alle 12.00 il martedi e il sabato. Il Maso è rimasto come una volta, una classica casa di montagna di legno, ai piani inferiori è solo stato realizzato il ristorante (uno dei migliori della zona!). La visita si effettua con una guida, un uomo che è anche un musicista, molto simpatico e, naturalmente, appassionato di Mahler.
    Dobbiaco è sempre stata, fin dalla fine del 1700, meta esclusiva di vacanze delle famiglie abbienti austriache. Non è un caso che anche il noto compositore abbia scelto questa località per potersi rilassare nel mezzo di una campagna meravigliosa e silenziosa. Il compositore soggiornò nella parte superiore dell'edificio dal 1908 al 1910, per 3 estati consecutive, dopo che gli fu diagnosticata una malattia cardiaca e dopo la morte della sua bambina di soli 5 anni. Mahler, da sempre in movimento, trascorse un periodo felice e infelice a Dobbiaco, poichè non doveva sforzarsi e non poteva fare le sue solite passeggiate rincuoranti. In questa cittadina del tirolo il compositore fu enormemente prolifico, tanto che compose la IX e la X Sinfonia, e il Canto della Terra.
    Mahler visitò il Maso per caso e affittò tutto il piano superiore che allora conteneva ben 11 vani (moltissimi per l'epoca). Attualmente il museo è di proprietà privata e la cosa mi dispiace un pò perchè i proprietari non dimostrano molto interesse per la conservazione degli importanti cimeli in esso contenuti. Le stanze visitabili sono soltanto 3: la grande sala da pranzo, la veranda e un'altra sala con camino e dove Mahler spesso componeva.
    La guida è veramente appassionata, ci legge brani della vita, lettere scritte da lui alla moglie Alma, cronache cittadine della Vienna di allora, citazioni di amici di Mahler come quelle del suo caro amico Klimt. 
    Alla casa si accede attraverso una gradinata con tappeto rosso, tutta di legno, fino ad arrivare a una grande sala che sembrerebbe una sala da pranzo, ma che probabilmente era la sala di accoglienza d'entrata. La stanza è senza finestre, si dispone per lungo, c'è un tavolo e qualche mobile antico, ma non tutti i mobili sono della famiglia. Subito dopo la veranda, piccolina, molto luminosa, uno sprazzo di luce sulla vecchia Dobbiaco, su una campagna profumata e meravigliosa, verdissima ora che la guardo con i miei occhi. La veranda ha infatti una vetrata che si affaccia a un paesaggio collinare stupendo. Si può vedere la piccola chiesetta che sale sulla collina, una delle passeggiate preferite da Mahler, ma anche la stradina che porta, in 3 km di percorso a piedi, al lago di Dobbiaco. Un'altra stradina và verso il Tiorpark, altra passeggiata tra le preferite del compositore.
    In questa veranda, ammobiliata con un grande tavolo, sedie di legno tipiche del tirolo, fiori, oggetti tirolesi (piuttosto moderni devo dire), alci di legno alle pareti..Mahler faceva colazione. Mi siedo anche io sulla sedia, parliamo tutti insieme come se fossimo tra amici, siamo tutti appassionati di musica, musicisti o meno, sentiamo l'atmosfera che ci conquista totalmente. L'altra sala, decisamente la più significativa, è la sala da pranzo. Alcuni mobili sono della famiglia, tra cui una massiccia scrivania di legno e pietra, dove Mahler scriveva i suoi pezzi, un grande camino classico tirolese (di quelli tondi enormi), uno specchio mobile e diverse sedie di legno. Il pezzo forte è naturalmente il pianoforte, un antico piano del 1700, piccolissimo, con le candele e i tasti in avorio. Forse è cosa scontata per me, ma una volta non c'era l'energia elettrica e di notte per suonare servivano delle grosse candele! Potrete facilmente riconoscere i pianoforti antichi per la presenza di candelabri di ferro ancorati al pianoforte! Il piano mi fa tenerezza, è emozionante. Purtroppo non è stato ben conservato, il legno è molto incassato, umido, scricchiola e se lo tocchi troppo perde pure i pezzi. Deve aver preso anche molta acqua ed umidità, perchè alcune parti sono gonfie. C'è addirittura un segno di un vecchio ferro da stiro dell'epoca..qualcuno l'avrà usato come asse da stiro?!
    Il piano ai lati è chiuso con del nastro adesivo isolante nero. Perchè..ce lo chiediamo tutti, per salvaguardare gli ingranaggi? Dalla condizione del pianoforte non penso ci sia molto da salvare..no! La guida ci fa vedere che mancano quasi tutti i tasti! Rimango veramente senza parole, come possono alcuni turisti essere così poco rispettosi di alcune bellezze e rarità?!
    Dopo l'emozione del piano, e la conclusione della visita interna..altre emozioni ci aspettano.
    Il giardino d'allora, oggi trasformato in Parco Naturale con animali in semi-libertà, contiene una piccola casetta di legno dei primi 800. La casetta si trova a circa metà percorso del parco, isolatissima, piccolissima..sperduta, quasi cadente. Già mi girano, è lasciata a sè, alle intemperie, eppure è un bene così prezioso! Questa casettina, grande circa 2 metri x 3..è stata la sede delle ultime composizioni di Mahler. Dentro di essa lui scriveva, con un pianoforte a muro, una stufa e una scrivania! Come non lo so, la casetta è davvero piccolissima! Inoltre in primavera d'allora, quando a maggio ancora nevicava, doveva essere stata anche freddissima! Mahler restava così, in mezzo all'allora bosco, in silenzio, tra le lacrime per i continui tradimenti della moglie Alma, a scrivere la sua musica, le sue emozioni, i suoi ricordi e il suo presente. Qui, in questa piccola meraviglia lasciata a sè, compose le ultime e le più belle sinfonie, tanto decantate al Metropolitan di New York.
    Entrare nella casetta è davvero emozionante. Sembra di tornare indietro nel tempo. Se poi ci aggiungete la passione per la musica, l'emozione non può che travolgervi totalmente.
    Il pianoforte è soltanto uno dei tre rimasti, potrebbe essere restaurato, ma non sembra una volontà di chi lo possiede. Peccato. 
    L'ingresso alla casa-museo costa 5 euro, e nel biglietto è compresa anche la visita al parco degli animali (devo dire molto simpatici!). La casetta di legno si trova all'interno del parco, che è possibile visitare anche da solo, al prezzo di 4 euro.
    Posso dire soltanto una cosa..andateci! Se amate la musica, amate la storia della musica, se amate le case museo e se siete delle persone sensibili ed emotive..non potrete non emozionarvi, non potrete non sentire ed essere assorbiti totalmente dalla magica atmosfera che questo piccolo luogo, ancora oggi purtroppo poco conosciuto e frequentato, riesce a trasmettere.