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Longarone, conosciuto ai più per la tragedia del Vajont, è un paesino che è stato completamente distrutto e poi ricostruito. Tra le tante strutture che hanno avuto nuova luce, la chiesa di Longarone progettata da Giovanni Michelucci su impronta moderna, resta oggi un luogo di culto di estremo significato anche per la presenza dell'ex museo delle pietre vive, oggi museo dei reperti.
Il museo è visitabile gratuitamente e il suo ingresso ha luogo subito dopo la grande lapide commemorativa delle vittime del Vajont. Si tratta soltanto di un paio di sale ma l'atmosfera è molto particolare e vi consiglio di visitarlo se trascorrerete le vostre vacanze sulle Dolomiti, perché avrete davanti ai vostri occhi la Longarone del prima e del dopo.
Scendendo le scale, si arriva alla prima saletta, in cui vi sono diverse fotografie dei luoghi distrutti affiancate ad immagini del paesaggio precedenti. Una ricostruzione protetta da vetro vi farà capire l'esatto percorso del fiume e dell'ondata distruttiva e la posizione delle montagne.
La seconda saletta, molto più grande, ospita i reperti che sono stati salvati dalla chiesa precedente, tra cui qualche capitello, delle statue, lapidi e ancora un percorso fotografico del paese e della sua gente. Le immagini parlano da sole, la desolazione è ancora oggi impressa dentro e fuori.
Ma Longarone è di per sé un museo all'aperto. Già che ci siete, potrete fare una passeggiata per le piccole stradine del centro. Ogni zona ricostruita è illustrata, tramite pannelli, con immagini del prima e del dopo.
Un percorso obbligatorio per non dimenticare. Non fermatevi dunque soltanto per la fiera del gelato di Longarone!