Il palazzo si presenta molto grande esternamente, con i suoi classici mattoncini rossi e due ingressi. Da quello principale si accede alla biglietteria, dall'altro al giardino.
Il palazzo fu eretto per volere di Alberto I d'Este nel 1391. Inizialmente aveva un solo piano, ma poi nel corso dei secoli fu ampliato da Biagio Rossetti per volere di Ercole I. La facciata che si può vedere all'ingresso, in marmo bianco (splendida!) viene attribuita a Francesco del Cossa.
All'ingresso è presente un piccolo guardaroba dove poter lasciare abiti e borse ingombranti e le foto degli interni sono vietate. Le sale si presentano enormi, con le porte soltanto da un lato. Le finestre, nel piano terra, erano dunque tutte da una parte, ma sono state interamente conservate quelle originali, con le sbarre. Accanto alle finestre c'erano diverse nicchie, che una volta dovevano essere decorate, c'era ancora qualche piccolo rimasuglio!
Le prime stanze non erano grandissime se ragioniamo pensando ai palazzi del 1400. Ma con il soffitto altissimo, in legno a quadrotti, caratteristico dell'epoca. Il custode ci ha detto che una volta quel tipo di soffitto veniva decorato con della carta dipinta sopra, per quello oggi rimane un po' il legno che sembra quasi "macchiato", avendo assorbito umidità e deterioramento, anche i disegni si sono rovinati.
Nelle sale sono presenti diverse vetrine, con reperti del secolo XV trovati nella zona. Erano tutte cose ad uso cucina (forse quelle al pian terreno erano cucine?!), piatti, ciotole, tazze col piattino, saliere, brocche, tutte rigorosamente di cercamica, alcune provenienti da Faenza. In quella zona del palazzo sono state trovate anche delle vasche apposite che anticamente venivano usate per i rifiuti. Erano in pratica delle vasche infilate sottoterra, a cui si accedeva tramite una botola che si apriva con una cordicella. Una volta che le vasche erano riempite, si chiudeva ermeticamente una botola, e si scavava sotto terra per posizionare un'altra vasca. La guida diceva inoltre che, proprio in quelle vasche, erano state trovate tutte quelle splendide ceramiche, alcuni pezzi davvero belli e ben conservati! Probabilmente venivano usate anche per buttare via le cose rotte o fuori moda, perchè alcuni pezzi erano davvero poco erosi e ancora stupendi!
Al piano terra era presente anche un sarcofago marmoreo.
Piano di sopra: tutto soppalcato. Il soppalco è stato realizzato per poter far vedere i resti dei meravigliosi affreschi presenti in tutti i muri e anche il caratteristico soffitto a cassettoni. Anche qui vetrine con reperti, molti libri, monete e statue di legno e alabastro. Dalle finestre si poteva vedere il giardino, grandissimo! In seguito si accede a una piccola stanza con un dipinto: agosto e settembre, un piccolo preambolo alle sale superiori, dei veri gioielli.
Da qui le scale, il vero piano superiore, costruito solo intorno al 1450, che ospita le diverse sale a tema. Si arriva alla splendida "Sala dei dodici mesi", con affreschi un po' rovinati. ma tutto sommato ancora ben conservati, soprattutto la parte che vi trovate di fronte. Gli artisti sono diversi, appartengono tutti alla Scuola Ferrarese e tra essi troviamo Francesco del Cossa, Borso e Baldassarre d'Este, Ercole dè Roberti e Cosme Tura. I mesi visibili sono solo 7, visto che il palazzo fu abbandonato a se stesso fino a metà dell'Ottocento, un vero peccato! Quindi gli affreschi illustrano i mesi da marzo e settembre.
Sala dei Dodici Mesi (foto wikipedia) |
Da qui le scale, il vero piano superiore, costruito solo intorno al 1450, che ospita le diverse sale a tema. Si arriva alla splendida "Sala dei dodici mesi", con affreschi un po' rovinati. ma tutto sommato ancora ben conservati, soprattutto la parte che vi trovate di fronte. Gli artisti sono diversi, appartengono tutti alla Scuola Ferrarese e tra essi troviamo Francesco del Cossa, Borso e Baldassarre d'Este, Ercole dè Roberti e Cosme Tura. I mesi visibili sono solo 7, visto che il palazzo fu abbandonato a se stesso fino a metà dell'Ottocento, un vero peccato! Quindi gli affreschi illustrano i mesi da marzo e settembre.
La sala si presenta splendida, enorme, con soffitti alti, grandi finestre, affrescata parzialmente, ma quello che è rimasto visibile è davvero bellissimo! I dipinti sono suddivisi per mese, e ogni mese è suddiviso in 3 fasce sovrapposte. La fascia superiore rappresenta le divinità pagane che presiedono alle attività degli uomini, nella fascia di mezzo ci sono i segni dello Zodiaco del rispettivo mese e in quella inferiore sono rappresentate scene della vita di corte, con in primo piano sempre il Duca Borso. Sicuramente la visita deve essere accompagnata da una guida, almeno cartacea, altrimenti non si capisce nulla. Dopo averne letto la storia infatti, il tutto risulta più comprensibile e con maggior senso.
La sala successiva è chiamata "Sala degli Stucchi", un soffitto eccezionale, interamente decorato, devo dire ben conserrvato, dorato, colorato. Anche qui vetrine con libri e medaglie, tra cui un libro piccino, ma piccolo, con ogni pagina scritta e dipinta a mano con decorazioni d'oro, stupendo!
Le sale successive erano molto più piccole e semplici, ma anch'esse con un soffitto in legno dipinto, una con dei fiori in rilievo (meravigliosi), una con disegni vari.
il ristorantino del giardino del palazzo |
All'uscita, per vedere il giardino, si deve percorrere qualche metro di strada e rientrare. Il giardino è accessibile fino all'orario di chiusura ed è veramente grande! Ma una chicca ve la devo dire! Al suo interno c'è un piccolo ristorantino, carino, insolito, decorato in modo particolare, con vicino delle panche di legno su cui mangiare. E' aperto soltanto a mezzogiorno, propone cucina ferrarese e piccoli pasti veloci e ha anche un bookshop all'interno. Chiudendo un po' gli occhi si può immaginare l'atmosfera magica dell'epoca degli estensi, che in questo stupendo luogo organizzavano feste e balli, si divertivano e ci passavano le lunghe e calde giornate estive per "schivare la noia" (non per nulla il palazzo è stato decantato da D'annunzio nel suo Il Piacere). Davvero una "delizia", come è sempre stato chiamato appunto questo palazzo: la Delizia degli Estensi!