La Rocca di San Leo (chiamata anche Forte o Fortezza di San Leo) è un castello rinascimentale che si trova nel piccolo paesino di San Leo, a pochi passi dal cuore del centro storico, da qualche anno passato dalla provincia di Pesaro Urbino a quella di Rimini.
Potrete raggiungere la Rocca a piedi attraverso una poco faticosa salita oppure andarci anche in macchina. Poco prima dell'ingresso c'è infatti un ampio piazzale a sosta gratuita.
Quando sono stata io la Rocca era deserta e la visita è stata piacevolissima, dato che nelle colline del Montefeltro c'è sempre un dolce vento che accompagna.
La Fortezza risale all'anno 1000, ma divenne di proprietà dei Montefeltro soltanto a metà del 1400, con successione dinastica fino al 1631 dei Borgia, Della Rovere, Medici e per finire dello Stato Pontificio.
Come tutti i castelli ebbe numerose funzioni: dimora, zona militare, carcere (qui è presente la cella di Cagliostro), luogo di tortura.
Nonostante sia una rocca davvero maestosa, la visita sarà breve (o lunga, a piacere) perché molte sono le zone senza accesso (purtroppo). All'ingresso in salita si accede a piazza d'Armi, che ha un piccolo piazzale e delle scale che portano a una zona panoramica molto bella sulle colline del Montefeltro. Da qui si possono intravedere le torri (maggiore e minore), che sono però state ricostruite, su modello originario, nel 1700, in seguito a un violento terremoto. Il grande piazzale successivo permette una visione più ampia del panorama e da qui si può vedere anche il piccolo centro del paese. Continuando la camminata si accede alla zona di visita, anch'essa con un piazzale panoramico molto interessante! Sulla prima porta a destra è collocata una piccola stanza in cui si trovano degli strumenti di tortura utilizzati nei secoli. Tra questi oggetti quello che ha maggiormente catturato la mia attenzione (a differenza di altri, che si trovano più o meno in tutti i musei della tortura) è stato il piffero del Baccanano, una specie di tromba rigida posizionata sul collo, con le tenaglie che tenevano ferme le dita a mo di suonatore.
Successivamente c'è un corridoio dove si può accedere alle sotterranee celle di punizione, due ambienti ricavati nella roccia, dove venivano imprigionati gli esponenti più pericolosi. Le altre salette, lungo tutto il corridoio, ospitano mostre temporanee (nel mio caso una mostra dedicata all'Unità d'Italia).
Salendo le scale al primo piano, ci sono diverse stanzette, tra cui delle prigioni famose: la cella del Tesoro (o prima cella di Cagliostro), le tre celle papaline, la cella di Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro (cella del Pozzetto) e il posto di guardia della cella di Cagliostro. La prigione è molto particolare e non accessibile. Si può visionare dall'alto tramite delle grate presenti in una botola (da cui fu calato, dato che la cella è senza porta), e dallo spioncino da cui i soldati controllavano la presenza del conte. Una sola e piccola finestra con le sbarre lasciava intravedere il mondo esterno, ed è proprio lì che lo spioncino permetteva di vedere, a differenza del resto della cella.
Alla fine del percorso c'è una grande sala di esposizione di armi moderne, a cui si arriva dopo un lungo corridoio che presenta in mostra anche oggetti di vario tipo e di vario periodo, sempre attinenti alla sede.
Una piccola scala dal terzo piazzale conduce al book shop e alla cella di Felice Orsini, il celebre patriota del Risorgimento che fu imprigionato proprio a San Leo.
Una visita per me piacevolissima, specialmente perché non c'era nessuno e ho avuto la possibilità di girare il castello ripetutamente e senza fretta. Naturalmente la consiglio, non solo a chi ama i castelli, ma perché San Leo è un bellissimo paesino medievale di poche anime che vale la pena di visitare, respirando a pieni polmoni l'aria romagnola e la brezza fresca del Montefeltro.
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