lunedì 15 luglio 2013

Museo Nazionale della Fotografia di Brescia

Il Museo Nazionale della Fotografia è situato nella zona più centrale ed antica di Brescia, in Contrada del Carmine, proprio accanto alla Chiesa di Santa Maria del Carmine. Una locazione suggestiva ed ideale da visitare anche in vacanza quindi, che vede l'ingresso alla mostra affacciato su una piccolo e grazioso slargo della via.
Il museo appartiene al Comune di Brescia, ma è stato fondato e gestito dall'Associazione Fotografica Cinefotoclub di Brescia che lo concepisce nel lontano 1953, anche se diventa propriamente museo solo dal 1973.
L'attività del Cinefotoclub è in stretta connessione con quella museale ed è incentrata sulla collaborazione fra amatori e professionisti al fine di accrescerne l'esperienza artistica e culturale, nonché sulla divulgazione dell'arte fotografica nella cittadinanza. Tutti, infatti, possono accedere la museo liberamente e gratuitamente.

Sala conferenze

La mia personale visita inizia in modo assai informale, con l'ingresso nella prima sala, prima di 500 mq di esposizione, che in realtà appare come un ampio ed accogliente Auditorium dedicato ai diversi eventi organizzati dall'associazione, come concorsi, premiazioni, conferenza, presentazioni e quant'altro. Accolto con grande gentilezza e disponibilità dal personale, ho visitato il museo praticamente con una guida privata che dopo avermi illustrato i dettagli più importanti mi ha lasciato girovagare in libertà.
In questa prima sala vengono allestite esposizioni relative ad eventi recenti organizzati dal club, nella data della mia visita erano esposte fotografie, lungo le pareti perimetrali, relative all'edizione 2013 delle Mille Miglia, la corsa di auto d'epoca organizzata dalla città di Brescia. Gli scatti rappresentano una selezione delle fotografie di un concorso indetto per l'occasione. Un'esposizione molto coinvolgente dove ogni immagine è capace di trasmettere un'emozione particolare, non ho trovato una sola fotografia anonima o priva di una qualche particolare sensazione, che il fotografo ha identificato ed abilmente immortalato.
Nella stessa sala, sotto le fotografie esposte, è allestita una serie di teche che raccolgono l'archivio del Cinefotoclub. In relazione a ciò, l'associazione conserva in una biblioteca e in una fototeca, circa 8000 volumi tutti dedicati a fotografia e cinema, e oltre 60.000 fotografie di ogni epoca, comprendenti i precursori della fotografia moderna (dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi), stampe, lastre e diapositive fino ai nostri giorni, tutto raccolto e catalogato in album.

Da qui si accede poi alle altre sale espositive, fra e quali un allestimento temporaneo. Nel giorno della mia visita erano esposti lavori della fotografa russa Galina Ermolaeva per un allestimento dal nome "Sei bellissima". Scatti dedicati alle donne, presi per le strade cittadine in giro per l'Italia, nelle più svariate situazioni quotidiane.

Sala cine-video

Qui sono esposti pezzi dedicati alla storia del cinema e del cinema d'amatore. Fornisce una ricca panoramica sulla tecnologia cinematografica fin dai suoi albori, in particolare, il mio graditissimo anfitrione (Luisa) ha indirizzato la mia attenzione sulla prima cinepresa amatoriale: la Pathè Baby del 1925. Con questa macchina la ripresa cinematografica divenne accessibile a tutti grazie al suo formato di 9,5 mm. Oltre a questa c'erano altre cineprese, proiettori, incollatrici e moviole.

Vetrine procedimenti fotografici

Una saletta in cui sono esposti pezzi inerenti la storia della fotografia. C'è la copia di quella che è considerata la prima fotografia al mondo (Joseph Nicéphore Niépce) ottenuta con l'ausilio di una camera oscura (camera obscura Reflex, usata nel corso del 1800 anche dai pittori che ricalcavano l'immagine riflessa dallo specchio) con un'esposizione per 8 ore su una lamina di rame sottoposta a particolari procedimenti chimici.
Sono presenti altri dagherrotipi (lastre di rame), ambrotipi (lastre di vetro) e ferrotipi (lastre di ferro o alluminio).
Un pezzo molto raro prezioso è la splendida Miniature Doré ottenuta su una lastra con sfondo dorato dal fotografo Theodore Marceau.

Sala delle macchine fotografiche

Ampia ed esauriente panoramica di apparecchi fotografici di ogni epoca suddivisa in diverse sezioni, tra le quali:
- macchine Leica dal 1925;
- macchine Zeiss-Ikon;
- macchine Kodak, tra cui la prima macchina a rullino, la quale veniva inviata alla ditta per lo sviluppo della pellicola e restituita con una nuova pellicola già montata all’interno.
- fotografia steroscopica, con due obiettivi con la quale si ottenevano due fotografie appaiate leggermente diverse e che osservate poi con un adeguato visore, offrivano l'immagine a tre dimensioni: il 3D di gran moda alla fine dell'800.
E ancora: Polaroid (tra le quali il modello SX 70 usato da Andy Warhol), Agfa, le italiane Ferrania, Bencini e Murer-Duroni e le rivoluzionarie macchine giapponesi.

Sala della storia della fotografia

Vetrine dedicate all'evoluzione della tecnologia fotografica prima del digitale, dai singoli pezzi di meccanica ai materiali di sviluppo, ecc.
E' qui presente un'esposizione di carte e lastre fotografiche della Ditta Mascoli (bresciana), produttrice di apparecchi fotografici in legno fino al 1950.

Vi sono anche dei pezzi affascinanti esposti nelle sale, come la Wollensak Fastax che verso la metà del secolo scorso veniva utilizzata dalla NASA per osservazioni aerospaziali. Questa speciale macchina scattava 5600 fotografie al minuto.
Un altro pezzo curioso è l'enorme fotomitragliatrice Zeiss Ikon (Germania 1930) che con le sue 6000 fotografie al minuto era utilizzata per studiare le traiettorie dei proiettili.

Un viaggio affascinante ed esauriente nel mondo della foto-cinematografia, corredato da una percepibile passione e dedizione del gentile personale del Cinefotoclub.

Carlo Citterio


Per informazioni su orari di apertura, eventi e newsletters: www.museobrescia.net