Il Museo Nazionale della Fotografia è situato nella zona più centrale ed antica di Brescia, in Contrada del Carmine, proprio accanto alla Chiesa di Santa Maria del Carmine. Una locazione suggestiva ed ideale da visitare anche in vacanza quindi, che vede l'ingresso alla mostra affacciato su una piccolo e grazioso slargo della via.
Il museo appartiene al Comune di Brescia, ma è stato fondato e gestito dall'Associazione Fotografica Cinefotoclub di Brescia che lo concepisce nel lontano 1953, anche se diventa propriamente museo solo dal 1973.
L'attività del Cinefotoclub è in stretta connessione con quella museale ed è incentrata sulla collaborazione fra amatori e professionisti al fine di accrescerne l'esperienza artistica e culturale, nonché sulla divulgazione dell'arte fotografica nella cittadinanza. Tutti, infatti, possono accedere la museo liberamente e gratuitamente.
Sala
conferenze
La
mia personale visita inizia in modo assai informale, con l'ingresso nella prima
sala, prima di 500 mq di esposizione, che in realtà appare come un ampio ed
accogliente Auditorium dedicato ai diversi eventi organizzati
dall'associazione, come concorsi, premiazioni, conferenza, presentazioni e
quant'altro. Accolto con grande gentilezza e disponibilità dal personale, ho
visitato il museo praticamente con una guida privata che dopo avermi illustrato
i dettagli più importanti mi ha lasciato girovagare in libertà.
In
questa prima sala vengono allestite esposizioni relative ad eventi recenti
organizzati dal club, nella data della mia visita erano esposte fotografie,
lungo le pareti perimetrali, relative all'edizione 2013 delle Mille Miglia, la
corsa di auto d'epoca organizzata dalla città di Brescia. Gli scatti
rappresentano una selezione delle fotografie di un concorso indetto per
l'occasione. Un'esposizione molto coinvolgente dove ogni immagine è capace di
trasmettere un'emozione particolare, non ho trovato una sola fotografia anonima
o priva di una qualche particolare sensazione, che il fotografo ha identificato
ed abilmente immortalato.
Nella
stessa sala, sotto le fotografie esposte, è allestita una serie di teche che
raccolgono l'archivio del Cinefotoclub. In relazione a ciò, l'associazione
conserva in una biblioteca e in una fototeca, circa 8000 volumi tutti dedicati
a fotografia e cinema, e oltre 60.000 fotografie di ogni epoca, comprendenti i
precursori della fotografia moderna (dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi),
stampe, lastre e diapositive fino ai nostri giorni, tutto raccolto e catalogato
in album.
Da
qui si accede poi alle altre sale espositive, fra e quali un allestimento
temporaneo. Nel giorno della mia visita erano esposti lavori della fotografa
russa Galina Ermolaeva per un allestimento dal nome "Sei
bellissima". Scatti dedicati
alle donne, presi per le strade cittadine in giro per l'Italia, nelle più svariate
situazioni quotidiane.
Sala
cine-video
Qui
sono esposti pezzi dedicati alla storia del cinema e del cinema d'amatore.
Fornisce una ricca panoramica sulla tecnologia cinematografica fin dai suoi
albori, in particolare, il mio graditissimo anfitrione (Luisa) ha indirizzato
la mia attenzione sulla prima cinepresa amatoriale: la Pathè Baby del 1925. Con questa macchina la ripresa
cinematografica divenne accessibile a tutti grazie al suo formato di 9,5 mm.
Oltre a questa c'erano altre cineprese, proiettori, incollatrici e moviole.
Vetrine
procedimenti fotografici
Una saletta in cui sono
esposti pezzi inerenti la storia della fotografia. C'è la copia di quella che è
considerata la prima fotografia al mondo (Joseph Nicéphore Niépce) ottenuta con l'ausilio di una camera
oscura (camera obscura Reflex,
usata nel corso del 1800 anche dai pittori che ricalcavano l'immagine riflessa
dallo specchio) con un'esposizione per 8 ore su una lamina di rame sottoposta a
particolari procedimenti chimici.
Sono
presenti altri dagherrotipi (lastre di rame), ambrotipi (lastre di vetro) e
ferrotipi (lastre di ferro o alluminio).
Un
pezzo molto raro prezioso è la splendida Miniature Doré ottenuta su una lastra con sfondo dorato dal
fotografo Theodore Marceau.
Sala
delle macchine fotografiche
Ampia
ed esauriente panoramica di apparecchi fotografici di ogni epoca suddivisa in
diverse sezioni, tra le quali:
-
macchine Leica dal 1925;
-
macchine Zeiss-Ikon;
-
macchine Kodak, tra cui la prima macchina a rullino, la quale veniva inviata
alla ditta per lo sviluppo della pellicola e restituita con una nuova pellicola
già montata all’interno.
-
fotografia steroscopica, con due obiettivi con la quale si ottenevano due
fotografie appaiate leggermente diverse e che osservate poi con un adeguato
visore, offrivano l'immagine a tre dimensioni: il 3D di gran moda alla fine
dell'800.
E
ancora: Polaroid (tra le quali il modello SX 70 usato da Andy Warhol), Agfa, le italiane Ferrania,
Bencini e Murer-Duroni e le rivoluzionarie macchine giapponesi.
Sala
della storia della fotografia
Vetrine
dedicate all'evoluzione della tecnologia fotografica prima del digitale, dai
singoli pezzi di meccanica ai materiali di sviluppo, ecc.
E'
qui presente un'esposizione di carte e lastre fotografiche della Ditta Mascoli
(bresciana), produttrice di apparecchi fotografici in legno fino al 1950.
Vi
sono anche dei pezzi affascinanti esposti nelle sale, come la Wollensak Fastax
che verso la metà del secolo scorso veniva utilizzata dalla NASA per
osservazioni aerospaziali. Questa speciale macchina scattava 5600 fotografie al
minuto.
Un
altro pezzo curioso è l'enorme fotomitragliatrice Zeiss Ikon (Germania 1930)
che con le sue 6000 fotografie al minuto era utilizzata per studiare le
traiettorie dei proiettili.
Un
viaggio affascinante ed esauriente nel mondo della foto-cinematografia,
corredato da una percepibile passione e dedizione del gentile personale del
Cinefotoclub.
Carlo Citterio
Carlo Citterio
Per
informazioni su orari di apertura, eventi e newsletters: www.museobrescia.net