domenica 10 maggio 2009

Palazzina Marfisa d'Este - Ferrara



La Palazzina era di proprietà di Francesco d'Este, il figlio di Alfonso I d'Este e Lucrezia Borgia. Francesco abitualmente risiedeva a Palazzo Schifanoia, a pochi minuti dal museo, ma volle lo stesso far costruire una casa dove passare l'estate, questa appunto. All'epoca infatti quella zona era molto prestigiosa, colma di giardini, loggiati e servizi, tanto da essere chiamata "delizia estense". Marfisa d'Este era la figlia di Francesco e alla sua morte ereditò la residenza estiva. La principessa Marfisa era una donna di cultura e amava moltissimo l'arte e la poesia, molto attaccata a questa casa, la trasformò a suo piacimento, creando anche un bellissimo giardino che dava verso l'interno, dove le donne del tempo (e i poeti, come il Tasso!), potevano trascorrere ore in pace tra il verde e le fontanelle. Esiste anche una leggenda popolare associata alla vita della principessa, esattamente "il Mito di Marfisa". Si racconta infatti che Marfisa, donna bellissima e molto corteggiata, avesse parecchi amanti, che periodicamente sparivano tra gli anfratti e i pozzi del suo giardino. Alla sua morte, gli amanti defunti si vendicarono, inseguendo il fantasma che era diventata, e impedendone la "pace". Probabilmente nella Palazzina si sentivano strani rumori ;)!
Marfisa amava l'arte, la cultura e anche la vita mondana, come ogni donna della nobiltà estense, ma era anche caritatevole, nonostante la sua vasta ricchezza, non disdegnava i poveri, e quando poteva, li aiutava. Diede lei dimora a Torquato Tasso, quando fu rifiutato dalla Corte Ducale. Oggi questo Palazzo è completamente nuovo, del tutto ristrutturato da quando ne ha preso possesso il Comune, dopo un lungo periodo di decadimento, seguito alla morte di Marfisa. Il giardino, a detta della guida del museo, è quasi del tutto scomparso, e anche l'edificio è rimasto solo in parte, ma le stanze attuali sono bellissime, davvero, chissà com'era prima!
Ma veniamo alla visita dell'interno. Vi sono diverse stanze, con i soffitti altissimi e tutti decorati (pitture del Filippi, noto artista ferrarese), molto ampie, che hanno mantenuto la sacralità dell'epoca..sembra di entrare in un altro mondo, e il fatto che ci abbia vissuto Lucrezia Borgia mi ha creato una sensazione particolare dentro..mi piace immedesimarmi, guardare gli oggetti di una volta e provare a capire che cosa si faceva, come si cucinava, i rapporti formali che si potevano avere..l'interno era tutto illuminato a giorno, e da fuori si notavano delle gran luci, ma sicuramente una volta (come dimostrano i numerosi ed enormi candelabri presenti in ogni stanza!) stavano al buio, e chissà come sarà stato per i bambini..in quelle stanzone immense e fredde..
Le varie sale sono arredate con mobili antichi di legno, risalenti a diverse epoche (dal XVI al XIX secolo), bellissimi, bel rifiniti, di un colore scuro lucidissimo, conservati ottimamente (anche se pieni di tarli!!). La prima sala presenta un dipinto di Lucrezia Borgia e diversi cassettoni e cassapanche che si usavano una volta. Un lungo tavolo stretto, con i cassetti sul davanti, mi ha fatto pensare alla cucina. Inoltre, proprio di fronte, c'è una specie di camino, ma in realtà, leggendo bene sulla guida, è spiegato che era il lavabo! In effetti c'erano i buchini per l'acqua, a mo di fontanella, e il "lavandino" non era incavato, ma piatto..chissà come lavavano, quell'oggetto è meraviglioso! Fa davvero tornare indietro nel tempo!
La stanza successiva era enorme ("Sala del Camino"), con un tavolo sta volta più grande, e delle cassapanche molto lunghe (probabilmente era la sala da pranzo). Inoltre un bel camino (con della legna, ma quella era recente!!), con impresso lo stemma del casato. Inoltre un piccolo scrittoio e un bellissimo quadro raffigurante Giacomo I. Il quadro mi ha parcolarmente colpita. Il colore piuttosto scuro dello sfondo e dei vestiti (grigio scuro che si fa nero, fino a confondere i "movimenti" degli abiti) dà un senso di teatralità, pacatezza e malinconia al soggetto, direi intristito, appesantito, pensieroso. Il volto appare nella sua espressione in modo totale, e questo trasmette..null'altro. Mi ha dato molte emozioni, ha un pò reso l'atmosfera malinconica ma molto più reale e viva che doveva forse avere quell'abitazione.
In tutte le stanze sono presenti delle sedie molto alte e rigide, sicuramente scomodissime, ma che comunque rendevano l'idea della vita del tempo.
Una stanza in particolare, chiamata "Studiolo", mi ha colpito..sembrava un punto di ritrovo religioso, di quelle dove i preti si riunivano una volta dentro le chiese (come si chiama!!)..strano a dirsi, in una casa di vacanza! Il soffitto affrescato in modo squadrato, molto rigido rispetto ai disegni rotondeggianti delle altre stanze.
L'ultima stanza infine, detta "Saletta degli Armadi", presentava due armadi veneti del 500. Inoltre c'erano dei pezzi di pavimento dell'epoca, rinvenuti da scavi archeologici effettuati all'inizio di questo secolo, veramente belli, tutti disegnati..chissà come dev'essere stato il pavimento, uno spettacolo!
le stanze non davano l'idea di essere fornite di camere da letto, forse la Palazzina non era tutta qua. In effetti uscendo, e andando verso il giardino, si arriva a un grande loggiato "Loggia degli Aranci", adibito a luogo di spettacoli e a serra. Esso, insieme ad altre case (probabilmente anche quelle della servitù), circondava un giardino segreto, di cui oggi si intuisce soltanto l'esistenza. Inoltre, vicinissima al loggiato, c'è l'antiloggia ("Sala della Grotta"), oggi adibita a conferenze e incontri (in effetti era pieno di sedie di plastica da congressi lì fuori!). Il giardino era poco illuminato davvero, abbiamo fatto fatica a vederlo, e credo che ci tornerò il prima possibile, perchè lo devo studiare ;)!
La prima stanza dava, tramite un grande portone, alla parte ampia del giardino, circondato di palle di marmo, tra qualche aiuola un pozzo, dei cespugli che disegnavano un percorso (probabilmente adibito a passeggiate estive), e di fronte alla Loggia una fontana con un putto di marmo del 1900 nel mezzo. Non si vedeva bene, come ho detto, quindi è stata dura scoprire le panchine di mattoni in cotto a mezzaluna che sbucavano da sotto gli alberi..forse facevano parte di questo "Giardino Segreto". Emozionante comunque vederlo anche al buio, ispira molta poesia e mistero!
Se ci si riesce ad immedesimare, nonostante il Museo sia piccolo e "poco significativo" rispetto ad altri, si può davvero scoprire una grande emozione, rivivere i momenti dell'epoca, pensare a cosa e come vi si potesse vivere, e a chi davvero ci ha vissuto e lasciato la sua "storia". Se riuscite a tirare fuori da dentro voi stessi la vostra profonda sensibilità, questo museo rappresenterà per voi una chiara, limpida e pura "opera d'arte"!
PS all'interno c'era anche una mostra fotografica contemporanea con "ritratti" di Lucrezia Borgia..e anche un abito creato con stoffe il più possibile vicine a quelle dell'epoca. A mio avviso, decisamente fuori luogo.